mercoledì

13 luglio 1996 - Non si butta via niente.

Sono le 10 di sera. Ho appena finito di smontare il caricabatterie fuso delle suore per ricavarne pezzi che possono servire: viti, cavetti e soprattutto l'involucro di lamiera che con qualche modifica può servire a contenere amplificatore e batteria a 12V per un impianto di altoparlante portatile. Penso già fin d'ora alle cappelle di brousse dove non esiste niente di equivalente.

Questa sera doveva esserci un concerto tenuto dalla Corale della Cattedrale di Bangui ma non si è fatto niente perchè non c'erano spettatori. Un po' il tempo incerto, un po' il lavoro nei campi e un po' tanto i 200 Fr di ingresso che sembravano troppi.

Ora chiudo perchè devo trascrivere l'omelia di domani che ho buttato giù nel giro di un'ora nel primo pomeriggio...

...sono rimasto alzato fino all'una dopo mezzanotte per limare, aggiungere, verificare ecc. quanto avevo scritto e per trascriverlo in modo leggibile. Anche questo è "missione"!

08 luglio 1996 - Quasi come a Cana.

Sono cominciato gli esercizi spirituali a S. Joseph per preti, frati e suore. Circa 36 persone. Predicatore  padre Da Ros, oblato all'Immacolata. Giovedì pomeriggio-sera una buona confessione dopo un po' troppo tempo e venerdì giornata eucaristica e conclusione. In serata agape fraterna a S. Joseph. Chitarra e canti a go-go soprattutto italiani tranne "Viva la gente" in sango di cui ho raccontato la genesi della traduzione mia e dell'originale. Mi sono trovato senza volerlo al centro della serata insieme a padre Norberto. Mi sono scoperto anche dotato di vis comica. Il francese scorreva bene, i presenti erano coinvolti e ridevano divertiti, speriamo non per compassione. Ero piuttosto disinvolto e spigliato. Forse lo Spirito di Dio mi era accanto per creare un clima di sana esultanza. O forse Gesù stesso, che a Cana ha usato il vino per prolungare la festa e qui bastava una chitarra, che se non altro non provoca sbornie. In poche parole io avrei fatto meglio di Lui. Ma del resto Lui stesso aveva detto che chi avrebbe creduto in Lui, avrebbe fatto cose più grandi di Lui. Tra l'altro ho parodiato un po' le suore e il loro velo mettendomi e tenendo sulla testa il copricapo-foulard bianco degli arabi con tanto di cerchio elastico attorno.

06 luglio 1996 - Serafin

Nella fase tra dormiveglia e sonno della dormita pomeridiana mi ha preso una specie di angoscia per l'omelia di domano ancora da preparare. Mi sono poi svegliato del tutto e ho cominciato a scrivere su una traccia già preparata attorno alla mezzanotte. Le parole e i periodi scorrevano con facilità. Nzoni!
Mentre Danilo confessava ed io scrivevo è arrivato il Serafin, noto delinquente, ora ritornato in zona. Chiedeva come al solito pantaloni etc. Danilo gli ha dato roba e quello finalmente se ne è andato ma non per molto. Io lo avevo spedito in modo deciso senza farmi impressionare dalle sue minacce e dal suo machete quando era venuto in compagnia di altri due "compari" mentre Danilo era andato a Berberati in febbraio. Ora dice che si è fatto mussulmano nel carcere di Berberati, Serafin, non Danilo! Forse ha capito che i soldi sono da quella parte. Però viene a rompere qui.

In serata vado a S. Joseph per telefonare a Graziano. Mi anticipano per caso Lucio e mia mamma  e poi mi faccio chiamare da Graziano e tribù.

05 luglio 1996 - Un po' di paludismo, non troppo.

"C'è un po' di paludismo*, ma non troppo". Così il responso delle analisi. Al Foyer EFAO acquisto le ultime (spero) cose "inutili" (opinel, cintura etc.), le solite beccate con le Clarisse, 'nibi leke faretto per la vespa con materiale offertomi e un po' pagato di Dante. Il problema (?) è che Mansueto non ha ancora sdoganato la vespa e quindi ancora niente documenti e niente utilizzo se non per giretti inutili o quasi attorno alla Chiesa o poco più oltre. Mi servono però per acquistare sicurezza sulla terra battuta e su buche e salti.

* altro termine per indicare la malaria.

lunedì

04 luglio 1996 - Mi vesto come voglio, o quasi.

E' arrivata la licenza di radio amatore. O meglio: Mansueto me l'ha consegnata anche se era datata 5 aprile. Mancano però apparecchio ricetrasmittente, antenna e casa in cui installarla!

Questa mattina dialogo animato con Danilo su problemi sorti dalla lettura di "Vita consacrata" di ieri sera. Discussione tra le 5.15 e le 5.40, tra una sorsata e l'altra di caffè e anche con la faccia insaponata davanti ai lavandini. Il problema in questione era la scarsità di indicazioni concrete nella vita di Gesù a proposito di forme di vita monastica e contemplativa con tutta la problematica  che ne derivava. Poi le lodi in chiesa hanno interrotto il dibattito improvvisato quanto piacevole e utile.

Ieri sera è venuto il mokonzi Georges con tutta la sua famiglia per vedere la videocassetta della sua nomina del 31 marzo nel quartiere di Herman.
Ero intonato alla sua presenza (lui mussulmano o quasi) con un abbigliamento tutto arabo: tankia (non si legge bene nel testo n.d.r.) e copricapo arabo. Non è che l'avvessi indossato apposta: è che quando mi gira mi vesto come voglio o quasi.

03 luglio 1996 - Venire o andare?

Le macchie nere di questa pagina si spiegano con i miei ripetuti interventi notturni attorno al frigo che batteva in testa. Forse ora funziona. Questa notte ci si è messa anche un po' di febbre (37°) a complicare le cose. Questa mattina sono stato un po' a letto e poi ho preso il Fansidar per evitare complicazioni. In questi giorni scorsi grandi manovre dei vescovi centrafricani qui e a Bouar tra cui il pranzo di venerdì 28 giugno qui a Fatima, documentato dalla videocassetta, e la celebrazione di domenica 30 in cattedrale, altrettanto documentata.

I militari francesi hanno messo in funzione la parabola ed ora si può captare TFI con il nostro televisore. In serata oltre al telegiornale è sempre Tour de France. E' tipico di queste trasmissioni per l'estero, tanto italiane quanto francesi: sport e ancora sport come se l'emigrato fosse interessato solo a programmi sportivi che si svolgono nella madrepatria.

Ha scritto Bertoncini Nello parlandomi dei suoi viaggi in Bosnia e di matrimoni a Fornoli.

E' ricominciata la processione dei "mu nambi" con intensità minore da parte  delle due componenti in questione (per ora). Danilo dice: "Se non venisse questa gente a chiedere, noi non vedremmo nessuno".
A chiedere cosa? dico io. Altro problema: loro che devono venire o noi che dobbiamo andare? E perchè uno dovrebbe venire?
Non è il caso di scomodare don Milani ma, senza voler scimiottare nessuno, certe intuizioni sono valide a tutte le latitudini.

giovedì

26 giugno 1996 - Otto pile e una lampada a petrolio.

Arriva finalmente Danilo. Pomeriggio ore 14.45.
Saluti, qualche chiacchiera, la mamma morta (il 12 giugno), visita ai vescovi e a San Giuseppe.
Cena dalle suore preceduta dai vespri, ragazzini che sono piombati subito, equivoco degli elastici per la fionda, l'abbè Samuel che arriva durante la cena e si ferma a cena.
Quindi Danilo a letto e io mi fermo a vedere le cassette video di Pontremoli e dintorni: funerali di monsignor Fenocchio e don Benzi a Villafranca. Lettere di Bernazzoli, con saluti di Nando. Luisa, Sara, Renata, Chiara e Mattia.

E anche stasera sta avvicinandosi la mezzanotte. Quando cominceranno i lavori a Wantiguera andrò a letto prima senza dubbio. Ma quando cominceranno?
Dal Nord: silenzio! la buona novella però viene sempre dal Sud: vedi Gesù e gli apostoli, vorrà dire che dovremmo arrangiarci con le forze di qui.
Le suore però hanno detto che in settembre il Vescovo andrà in Italia e allora...campa ancora cavallo!
Cercherò di stare alle calacagna di Cirillo se non altro battendo un po' di brousse con lui per non marcire.
Prima però devo sentire monsignor Gianni che in questi giorni però deve ospitare i vescovi centrafricani.
A uno ho chiesto  chi era e da dove veniva: mi ha detto che era monsignor Mathos, il vescovo ausiliario di Bangui (naturalmente in borghese come tutti). Gli ho detto: Pardon! Scusandomi con il dire che erano pochi mesi che ero qui.

Mancano 10 minuti a mezzanotte: vado!
Ancora! Ieri sera ho sistemato la mia pila doppia in modo spero definitivo: è una soluzione, di cui mi sento orgoglioso, con l'aggiunta di una lampada con riflettore da 20W-12V regalatami da Luigi.
Ho fatto il conto e dispongo di ben 7 pile o, meglio, torce. I soliti "mundzu" che hanno tutto e troppo! Dimenticavo: ho anche una lanterna a petrolio come hanno tutti gli africani. Adesso che ci penso ne ho 8! Compresa quella tripla datami da Giovanni Perini.
"Chi ha due torce ne dia una a chi non ne ha...". Non serve darle: probabilmente prima o poi me ruberanno qualcuna e cosi si realizzerà la Parola di Dio!

Vado: è mezzanotte!

22 giugno 1996 - I quattro ex seminaristi

Incontro con i Legionari con padre Carlo. Al termine quattro "balordi" in canonica, accompagnati da Nicola, che volevano parlare con me: chiedere un aiuto di 20.000 franchi. Ho fatto il "duro" invitandoli dopo un po' ad andarsene. Anche loro facevano i "duri". Se ne sono andati con aria sufficiente. Ho chiesto poi a Nicola perchè me li avesse portati e chi erano. Si trattava di ex seminaristi!
Per fortuna che non l'ho saputo prima altrimenti avrei acceso la miccia e allora "on aurait cause" davvero!
Dentro di me avevo una leggera tremarella non sapendo con chi avevo a che fare. Se avessi saputo chi erano la tremarella sarebbe scomparsa subito. Il problema dei seminari, quello che c'è prima, durante e dopo: c'è da "causer" per dei giorni.

24 giugno 1996 - Lettera per Rossano

Ho consegnato a padre Mansueto una lettera per la famiglia Tonino Delucchi di Rossano (Zeri che non comunica, saluti a Gina, Angelo e a tutti, Matteo e Serena scrivete!, la posta qui, ricordo di Rossano, funghi ecc.).

19 giugno 1996 - Posate, stoviglie e sedie...

In cucina sono rimasto con un solo coltello da tavola. Erano tutti nel cassetto, compreso un ottimo apriscatole e probabilmente anche il mio coltello svizzero. Sono tutti spariti. Ho provato a spiegarlo con il fatto che potrebbero essere caduti nella spazzatura gettando via le bucce della frutta ma ormai la cosa non regge più.
Si affacciano i sospetti sugli insospettabili e prendono corpo i vecchi pregiudizi sugli africani che non sono pregiudizi in tanti casi.
Io sono propenso per natura e per conoscenza di me stesso a dare la colpa a me fino a che qualcuno con prove alla mano non mi dimostra il contrario. Ma se tutto quello che mi  è sparito in circostanze dubbie (aggiungo il furto evidente del parabrezza, del faretto della vespa, della coperta del capucin...) devo concludere che i pregiudizi diventano constatazioni di fatto, sempre per qualcuno e non per tutti. C'è da accertare come sempre chi è questo qualcuno.
Don Milani diceva: "Chi non sa amare il povero nei suoi errori non lo ama". Quindi, don Milani o no, se questi africani con le loro carognate credono di scoraggiarmi, probabilmente non mi conoscono ancora bene. Ala ma arve?

Proprio ora sono venuti alcuni a nome dei coristi a chiedermi di portare fuori le sedie per un concerto non so dove. Ho detto loro un  no secco perchè nel passato sono sparite sedie e panche in quantità e perchè proprio questa mattina Jacques, il capocatechista, mi è venuto a dire che sono state rubate nelle scorse settimane tute le posate e i piatti della Maeson de jeunes, comprese tre lamiere sopra i fornelli! Non si sa con precisione l'epoca: certamente dopo l'ultima festa degli scouts! La sentinella Jenefè come al solito fa la guardia nella sua stanzetta della canonica, dormendo tutta la notte. Può darsi che la maeson de jeunes non sia una sua competenza. Ma allora cosa guarda? A cosa fa la guardia? Se poi penso al locale in cui erano custodite (?) le posate ecc. an anche un cieco e zoppo avrebbe potuto fare i propri comodi indisturbato armato solo di un martello.

Questa parrocchia ha bisogno di  grossi interventi sulle persone e sulle cose, dentro e fuori, preti e laici compresi (tra i quali ci sono anch'io). Altro che bombous, biscuit, pantalons, sardines, savon...! Per fortuna che stamattina Jenefè, la sentinella, mi ha portato a far vedere la stoffa per fare le divise delle donne della Legion...adesso possiamo stare tranquilli!

Sono andato alla Maeson de jeunes e là stavan caricando in un furgone le famose sedie come se niente fosse nonostante fossi stato fin troppo chiaro con i ragazzi che erano venuti. Le ho fatte scaricare tutte spiegando le ragioni con un buon francese, quello di quando sono arrabbiato! Hanno eseguito l'ordine.
La questione era soprattutto di principio.
Venendo via ho detto che se qualcuno voleva poteva venire a casa a chiedermi il permesso di prendere le sedie. Glielo avrei dato dopo che qualcuno si fosse preso la responsabilità e controllato il tutto prima, durante e dopo l'utilizzazione. Anche se sono sempre dell'avviso che le attrezzature della Parrocchia devono restare in casa e non andare a zonzo al servizio della corale o di altri. Tra le cose dette c'erano anche dei ripetuti je m'en fous del choral, du president, des abbes...e de moi meme aussi!