sabato

31 luglio 1996 - Wantiguera, brava gente.

Aspetto Gabriel, l'operaio del garage, per riavere, dopo che ha ricevuto la busta paga, i miei 3000 franchi di 5 mesi fa. Me ne dà solo 2000 dicendo che erano solo 2000. Io insisto sui 3000 e lui mi promette gli altri 1000 per lunedì prossimo. Che fatica riavere i propri soldi prestati!

Suor Silvia mi riferisce di aver trovato un gomitolo di corda verde sotto il sedile della macchina delle suore impiegata quel giorno là e me lo riporta.
E' sempre la solita storia: dai al colpa a qualcuno e poi sei tu che ti scordi o dimentichi o perdi o lasci qua  e là. Qui si è trattato del gomitolo che è uscito dalla borsa sul sedile posteriore ed è andato sotto.
Azo ti Wantiguera, pardon!

In compenso ieri mi è caduta la biro tra l'erba e ho detto che sarebbe stata di chi l'avesse trovata: un ragazzo l'ha trovato e voleva darmela. Gliel'ho lasciata come avevo promesso.
Un piccolo riconoscimento per rimediare a qualche sospetto di troppo circa la corda verde!
Wantiguera, brava gente! (per ora)

30 luglio 1996 - Lavori a Wantiguera

In mattinata giri per la città con Pierre alla ricerca di qualche mazza  e di qualche palanchino. Trovata una mazza usata a 10.000 franchi alla Terre Botanique e un palanchino a 3000 franchi al quale mancava la punta.

Pomeriggi a Wantiguera con Florent per continuare le misure e tracciare il terzo lato del rombo su indicazioni di Norberto. Si raduna gente e si comincia  a tirare il filo con gente che faceva strada tra l'erba a colpi di fancilles e di coupe coupe. Arriviamo a 205 metri e poi ci si ferma perchè ormai è sera. Ci si trova a discutere presso il secondo angolo sul problema paga degli operai delle pietre. Io verifico le squadre con il catechista e gli uomini impegnati e offro 5000 franchi al camion di pietre su su suggerimento di Cipriano. Alcuni chiedono 6000. Il catechista li convoca tutti per la mattina dopo, alle 6 dopo la preghiera per accordarsi sul prezzo definitivo e mi chiede di tornare là per sentire i risultati alle 15 di domani. Si rientra non senza avere ancora posto il problema del filo verde (rotolo di 70 metri) che non trovo più. Aleggia l'ipotesi del prelievo o furto o esproprio proletario. Non insisto e non  mi lamento più di tanto.
Battute sui ladri di Bouar, di Wantiguera e dei paesi vicini.
Florent rientrando mi fa notare che alcuni avevano bevuto abbastanza e stavano alla larga da me per evitare effluvi alcoolici.
Discutendo sul prezzo Florent aveva fatto appello alla solidarietà verso la Chiesa e la parrocchia. Ma ripensandoci dopo si conveniva che molti di loro non erano cattolici, ne' cristiani e quindi l'appello non poteva essere accolto più di tanto...

venerdì

29 luglio 1996 - Il rombo.

Con Norberto andiamo a fare le misure a Wantiguera, dalle 9.30 fino alle 11.30! Per evitare alcune abitazioni abbiamo dovuto fare un rombo anzichè un quadrato con deviazione di 17/100 ad ogni angolo. Restano due lati da misurare e da debroussizzare, ma gli angoli sono fatti. La gente ci chiede mazze e piedi di porco per le pietre che hanno trovato e vogliono preparare.
In serata pioggia e temporale.
Sono arrivati Corriere Apuano e posta.

mercoledì

Sette anni fa.

Il 27 luglio di sette anni fa don Adriano lasciava Wantiguera per andare in cielo.

martedì

28 luglio 1996 - La corale.

Festa di Sant'Anna a Bassone, Coloretta e Panigaletto.
Durante la messa delle 8.30 presieduta da me la ragazza che dirige la corale all'inizio dell'omelia di Blaise è uscita come spesso fanno alcuni della corale e io ho fatto chiudere la porta. Quando è rientrata al termine dell'omelia le ho fatto un pubblico applauso. Speriamo che abbia capito. Anche il nuovo presidente della corale dopo l'approvazione del nuovo statuto cerca di scoraggiare questo vizio con rimproveri scritti e protocollati. Con uno stile burocratico perfetto, da vero poliziotto quale è.

Pomeriggio, dopo il pranzo dalle suore, niente.

Ragazzi in serata che volevano vedere "Marcellino pane e vino" ma il videoregistratore non dava immagini. Tutti a casa.

27 luglio 1996 - Marcel comprende l'omelia

Dopo la messa l'anziano ex consigliere della parrocchia, Marcel, fedelissimo tutti i giorni, viene in sagrestia e mi bacia, stupendomi, la mano. Gli chiedo il perchè e mi risponde: "Evangile!".
Alludeva alla mia piccola omelia di 4 minuti in cui avevo commentato Geremia 7, 1-11 quando parla di coloro che dicono: "Tempio del Signore, tempio del Signore" credendo che a casa di Dio li salverà e continuano con furti, omicidi, adulteri, falsità e idolatria. Ho accostato questa immagine del Tempio a quella dei vari movimenti in parrocchia facendo un parallelo. Lui ha capito al volo ed è venuto a complimentarsi. In effetti quelle mie quattro parole mi erano venute bene sia nella forma che nel contenuto (sempre a parer mio). Però sentirmelo dire da un altro e per di più anziano per me vuol dire che quello che dico si capisce e questo per me è il primo obiettivo. Poi se il discorso c'entra l'obiettivo ancora meglio.
Io come al solito ho risposto che non sono idee mie ma è la Bibbia. Lui ha colto però la mia applicazione al contesto della parrocchia.

Nel pomeriggio si doveva andare con Norberto a fare le misurazioni a Wantiguera ma il tempo piovoso non ce l'ha consentito.

In serata distensione e tranquillità perchè domani l'omelia alle messe le fa il nostro diacono Blaise.
Verso le 18.30 olio santo a Francois. Un vecchio che mi ha risposto nelle preghiere, su un letto accanto a me, fuoco acceso in mezzo alla capanna.

mercoledì

26 luglio 1996 - Comincio a sentirmi utile...

Consulto Norberto per il teodolite e lui mi assicura di venire personalmente sabato 27 pomeriggio alle 15 per fare la quadratura del terreno.
Le misure sono affari nostri. Nzoni!

Comincio a sentirmi utile e anche un po' importante. Finalmente si lavora al progetto per cui siamo, sono qui. Qualche inghippo non guasta, anzi prepara ad eventuali  inghippi successivi.
Mi dicono a Wantiguera che di sabbia in zona ce ne è poca, ci sono invece le pietre. Bisognerà rifornirsi di sabbia a La Yolè, a oltre 15 km da qui.

26 luglio 1996 - Geometra improvvisato

Torno a Wantiguera con suor Silvia e con il catechista Paul che era venuto per andare assieme al catasto dove poi non siamo andati per consiglio di Cipriano. Andava prima verificato il tracciato del lavoro di debroussement prima di chiamare i tecnici. Carichiamo 11 pale e 11 picconi con alcune sbarre angolari per farne dei picchetti.
Mi armo di due aste di legno, di una bussola e di una lunga corda per tentare di fare un quadrato perfetto sul terreno. Dopo aver scaricato il tutto mi improvviso geometra sotto lo sguardo dei presenti. Faccio una squadra rudimentale, traguardo con la bussola: la concessione di cui i tecnici hanno fissato due spigoli è orientata secondo i 4 punti cardinali con una torsione in senso orario di 8-9 gradi.
Scopro che il lavoro fatto sul lato nord è fuori linea e va a sinistra: quasi tutto da rifare. Con squadra e filo facciamo il nuovo tracciato e si comincia  a tagliare erba e arbusti il tutto documentato da foto. Arrivati in fondo si scopre che il picchetto piantato dai geometri al lato sud è arretrato di 30 metri. Dilemma: che fare?
Qualche momento prima camminando sul tracciato con la spavalderia datami dai miei anfibi ho preso un  "pattone" per terra come un rospo avendo messo il piede in una buca nascosta sotto l'erba. Niente di grave neanche per la Fujica che avevo alla spalla.
Anche il tracciato debrousserizzato ad est era sbagliato e andava a sinistra, inoltre era perfettamente inutile per via dei 30 metri in meno.
Decidiamo di consultare il catasto prima di riprendere i lavori.
Foto ai lavoratori in azione e foto di gruppo e poi rientro.
Riferisco a Cipriano e Cirillo che mi consigliano di lasciar perdere il catasto e di provvedere a rettificare noi stessi il tracciato.

24 luglio 1996 - Debroussaillement

Sono tornato a Wantiguera per vedere il lavoro di debroussaillement che avrebbero dovuto fare e anche per dare una mano. Sono arrivato lì verso le 8.30: mi aspettavano. Si è parlato un po' con i responsabili, il catechista e i tre mokonzi. Ho detto loro di cercare sabbia e pietre. Il catechista mi ha detto che conosceva bene i punti fissati dal catasto per cominciare a fare le piste in mezzo all'erba sulle quali poi tracciare i confini definitivi. Ho visto che facevano senza di me e ben volentieri, si fa per dire, mi sono congedato.

L'indomani padre Cipriano mi ha pregato di tornare sul posto perchè non c'era da fidarsi della precisione del loro lavoro e di portare gli attrezzi da lavoro, picconi e pale che avrei trovato nel garage.

23 luglio 1996 - Una data storica per Wantiguera

Data storica per Wantiguera: con due funzionari del catasto di Bouar, Cipriano, Cirillo e Danilo si fa un sopralluogo e si tratta sommariamente un quadrato di 250 metri per lato per delimitare la concessione. I tecnici dispongono solo di un ... (incomprensibile  nel testo n.d.r.) optique e di alcune ... (incomprensibile  nel testo n.d.r.). Il teodolite era stato rubato in precedenza, Cirillo dice dal capo precedente al momento della sua partenza. L'erba alta impedisce una misurazione esatta. Si decespuglierà ancora e poi si metteranno i picchetti definitivi.
Dopo il lavoro colazione a Fatima. Io ho filmato alcune scene della mattinata.

Nella messa del mattino ho fatto una mini omelia sull'episodio della madre e i fratelli di Gesù parlando della Nuova Famiglia che Gesù si è cercato e che noi dobbiamo formare "azo so a ma yanga ti bata ti lo so ayke na yayu".
Placide, il seminarista  mi ha detto che ormai con il sango "je ne ... (incomprensibile  nel testo n.d.r.) bien". Gli ho detto che avevo messo giù il  "quanti" attorno a mezzanotte. In effetti mi sembrava che il discorso filasse abbastanza sia nella forma che nel contenuto.
Anche con i ragazzi di Wantiguera ho scambiato qualche battuta. I più intraprendenti mi hanno presentato il loro (e non solo il loro) biglietto da visita: nzara, savou, ngiuza, kpoto...ecc. Li ho invitati ha cercare il "quanti...na gala". C'era poi il solito con il padre so a kwi, la madre so a vogage a Bangui, so a mu nbeni koli e lui stava cn la "ata ti eo" cattolico, servant, tutto come da copione deja vu!

In serata dopo l'adorazione in cui con Danilo abbiamo cantato i Vespri in francese e  gregoriano su proposta di Danilo, ho scambiato due battute con i servants, stuzzicando la loro gelosia nei confronti dei ragazzi di Wantiguera, dicendo che in fondo in fondo quanto a "munambismo" sono uguali a loro.

Dimenticavo di dire che nella prima serata di lunedì 22 la gatta è sparita per sempre: qualcuno l'avrà presa per mangiarla. I quattro piccoli questa mattina li abbiamo portati dalla loro "nonna" presso le suore e sembra che un po' di latte ci sia ancora anche se da un capezzolo solo. Uno dei due della "nonna" l'abbiamo preso noi in casa essendo già svezzato e autosufficiente.
Io non dovrei parlare perchè vent'anni fa a Bassone avevo mangiato anch'io un gatto) anche se era maschio e senza proprietario...), magari lo mangerei ancora. Quella della nostra gatta però è stata una carognata, anche se chi l'ha presa forse aveva più fame di me... Di lei restano alcune immagini in una videocassetta. Potenza del mezzo televisivo che garantisce la sopravvivenza di uomini e animali.

22 luglio 1996 - Santa Maddalena in Lunigiana

Santa Maddalena a Moncigoli, ad Adelano e a La Piagna. La Banda di Moncigoli dovrebbe avermi dedicato una marcia dopo la processione, rispondendo ad una mia precisa richiesta.
In serata telefonano Graziano e Renata. Notizie reciproche sulla salute, Renata ha un'ernia al disco. Il Corriere Apuano ha pubblicato la "Luma" e il resto. Informo dei movimenti che si prevedono a breve a Wantiguera.

21 luglio 1996 - Matrimonio

Messa unica con matrimonio del presidente della S. Vincent con Sabine. Pranzo dai Carmelitani per la festa di Sant'Elia.

20 luglio 1996 - Frustrazione nell'Afrika Korps lunigianese.

In mattinata telefona Bordigoni* a Padre Cipriano e lo informa che il "costruttore" arriva il 27 agosto. Cipriano segnala l'aria di frustrazione che serpeggia nell'Afrika Korps lunigianese, al che Bordigoni ripete l'ennesimo refrain "siamo tutti con voi".
Tutti, chi?


*allora responsabile del Centro Missionario della Diocesi di Massa Carrara

19 luglio 1996 - Conversazioni...

Al Foyer ho riacquistato un coltello svizzero simile al mio precedente perduto o fregato. Al posto della sega c'è un rampino e ci sono le pinzette. Lo avrei preferito con la sega.

In settimana è venuto uno da Danilo a cercare una fisarmonica. Sentivo che parlava con lui e dichiarava di appartenere alla chiesa di Freres. Sono entrato nella conversazione nella quale lui affermava che le differenze tra i Freres e i cattolici non sono rilevanti. Gli ho chiesto la posizione della sua chiesa su .... (incomprensibile nel testo n.d.r.) e mi ha risposto che la Chiesa cattolica sta lavorando a fondo sul problema mentre, a una domanda più precisa, ha detto che ci sono al mondo, e anche qui, persone che si trasformano in pantere o leoni, uccidono donne e poi ritornano esseri umani. Al che mi sono cascate le palle.
Non era più il credente che parlava ma l'africano di sempre, con il suo bagaglio di paure, di pregiudizi ecc.
Prendeva atto che tra i protestanti ci sono troppe divisioni e le sette o le chiese apostoliche africane crescono come funghi dalla stessa matrice.

18 luglio 1996 - Gatti.

A mezzogiorno la gatta a pranzo non si vede: io dico che è andata a partorire. Danilo dice: è andata a farlo in camera mia.
E infatti era là sotto il letto con la sua nidiata di 4 gattini: due neri, uno bianco e uno bianconero.

16 luglio 1996 - Il compleanno.

Sarebbe il mio compleanno. Ma da quando già da Zeri, ma forse anche prima,ho iniziato la mia lotta senza quartiere alle feste di compleanno ho cominciato a non dare troppo rilievo neanche al mio, supposto che prima glielo dessi.


Invitato a mezzogiorno a La Yolè presso i Carmelitani per la festa della Beata Vergine del Carmelo. Messa e pranzo. Tra l'una e l'altro visita alla diga con Padre Aurelio, suore, Padre Norberto...
In serata cena dal Lieto Messaggio con Cirillo e Danilo. Ventiquattresimo di messa di Cirillo, onomastico di Carmela Nazzarena e naturalmente mio compleanno.
Discussioni e progetti di case di suore e di preti con Cirillo.
In settimana montaggio del dipolo ma con risultati scarsi se non nulli. Non ho ancora capito cosa non funziona.

martedì

15 luglio 1996 - Loro non sanno quello che perdono.

A San Giuseppe con Danilo. Parlo con Cirillo sulla eventualità di una sua partecipazione ai lavori di Wantiguera. Dice che aspetta ordini dal Vescovo in tal senso. Gli parlo della radio per avere informazioni su un eventuale modello da prendere in futuro e lui mi presta un apparecchio inutilizzato, un Icom per provare. Nzoni!
Arriva Suor Silvia e mi propone di andare dal Vescovo per perorare  la causa dell'inizio dei lavori, per lo meno per saperne qualcosa. Gli parlo di tutto come al solito. Il Vescovo trova inutile il raduno degli abbès africani a Bossangoa (circa 100) di questa settimana visto che non sono capaci di trovarsi assieme nelle rispettive diocesi in vista di un lavoro comune e di una unità da favorire a livello locale. Scettico anche sui vescovi che incoraggiano questi maxi raduni dove, al di là di dichiarazioni ufficiali, ci sono contrasti e pettegolezzi soliti soprattutto su questioni economiche e nei confronti dei rispettivi vescovi. Boh! 

Per quanto riguarda le cose a Wantiguera continuano i rimpalli. Lui chiede che ci sia qualcuno sul posto perchè, avviati che saranno i lavori, non venga lasciato il tutto alla mercè dei ladri in caso di soste o pause. Io mi dichiaro disponibile a spostarmi a Wantiguera attrezzando al minimo un locale della Maison des jeunes.
Questa denominazione del locale non mi soddisfa, perchè riduttiva. Io la chiamerei piuttosto "Casa del Popolo" (senza alcun riferimento a quelle italiane di vecchia memoria) oppure "Centro sociale" per riprendere un termine a me caro e che era stato usato in Camerun dallo stesso Padre Luigino come mi ha dichiarato proprio oggi.

Il Vescovo sembra tutto soddisfatto della mia disponibilità e per regalo mi dice che dovrei stare qui almeno 6 anni.
Riprendiamo le solite lamentele sul silenzio e l'assenza da parte della Diocesi di Massa e dei suoi esponenti in alto e più in basso, clero in particolare, e continuiamo sulle solite dichiarazioni da una parte e dall'altra.
Io continuo a dire che per parte mia non mollo, ma che mi dispiace per loro che non sanno quello che perdono.

Si tratta ora di andare al catasto per delimitare e ottenere la concessione e poi cominciare a muoversi.
Danilo mi vorrebbe fino alla fine di agosto quando verranno a Fatima i Betaramiti.
Nell'attesa andiamo a pranzo dalle Suore del Lieto Messaggio con il predicatore.

Pomeriggio consiglio parrocchiale per verificare la situazione spirituale ed economica dei movimenti.

Ho messo su la boomerang per provare la radio. Sembra che funzioni almeno sulla 27 Mhz. Sto pensando un po' troppo alle antenne radio in questi giorni, sarà meglio che curi un po' di più quell'antenna che è la lingua locale, molto più efficace e necessaria per comunicare!


Mi hanno telefonato Alberto e la famiglia Rossi per gli auguri di buon compleanno in serata. Sono arrivato a "buco" a San Giuseppe quando Alberto stava chiamando. C'ero andato per vedere Padre Cipriano per il trasporto dei seminaristi a Bohong.

lunedì

14 luglio 1996 - Pranzo all'africana.

La prima messa io e la seconda Danilo con Padre Luigino Omi che ha predicato in francese. Sono stato a sentirlo e, con un po' di presunzione, mi sembrava di essere più convincente io nel trattare la parabola del seminatore. O meglio di tutti era e sarà sempre Gesù che per evitare malintesi ha spiegato direttamente la parabola.
A mezzogiorno, cioè alle quattordici, pranzo all'africana nel quartiere Ganza ospiti dei Foyers che concludevano la loro attività annuale. Manioca,  gundza, maiale affumicato, maiale in un altro modo e per chi lo voleva anche il pane. Mi sono riempito. Il pranzo era nella Cappella di Ganza attrezzata con cura per l'occasione.

mercoledì

13 luglio 1996 - Non si butta via niente.

Sono le 10 di sera. Ho appena finito di smontare il caricabatterie fuso delle suore per ricavarne pezzi che possono servire: viti, cavetti e soprattutto l'involucro di lamiera che con qualche modifica può servire a contenere amplificatore e batteria a 12V per un impianto di altoparlante portatile. Penso già fin d'ora alle cappelle di brousse dove non esiste niente di equivalente.

Questa sera doveva esserci un concerto tenuto dalla Corale della Cattedrale di Bangui ma non si è fatto niente perchè non c'erano spettatori. Un po' il tempo incerto, un po' il lavoro nei campi e un po' tanto i 200 Fr di ingresso che sembravano troppi.

Ora chiudo perchè devo trascrivere l'omelia di domani che ho buttato giù nel giro di un'ora nel primo pomeriggio...

...sono rimasto alzato fino all'una dopo mezzanotte per limare, aggiungere, verificare ecc. quanto avevo scritto e per trascriverlo in modo leggibile. Anche questo è "missione"!

08 luglio 1996 - Quasi come a Cana.

Sono cominciato gli esercizi spirituali a S. Joseph per preti, frati e suore. Circa 36 persone. Predicatore  padre Da Ros, oblato all'Immacolata. Giovedì pomeriggio-sera una buona confessione dopo un po' troppo tempo e venerdì giornata eucaristica e conclusione. In serata agape fraterna a S. Joseph. Chitarra e canti a go-go soprattutto italiani tranne "Viva la gente" in sango di cui ho raccontato la genesi della traduzione mia e dell'originale. Mi sono trovato senza volerlo al centro della serata insieme a padre Norberto. Mi sono scoperto anche dotato di vis comica. Il francese scorreva bene, i presenti erano coinvolti e ridevano divertiti, speriamo non per compassione. Ero piuttosto disinvolto e spigliato. Forse lo Spirito di Dio mi era accanto per creare un clima di sana esultanza. O forse Gesù stesso, che a Cana ha usato il vino per prolungare la festa e qui bastava una chitarra, che se non altro non provoca sbornie. In poche parole io avrei fatto meglio di Lui. Ma del resto Lui stesso aveva detto che chi avrebbe creduto in Lui, avrebbe fatto cose più grandi di Lui. Tra l'altro ho parodiato un po' le suore e il loro velo mettendomi e tenendo sulla testa il copricapo-foulard bianco degli arabi con tanto di cerchio elastico attorno.

06 luglio 1996 - Serafin

Nella fase tra dormiveglia e sonno della dormita pomeridiana mi ha preso una specie di angoscia per l'omelia di domano ancora da preparare. Mi sono poi svegliato del tutto e ho cominciato a scrivere su una traccia già preparata attorno alla mezzanotte. Le parole e i periodi scorrevano con facilità. Nzoni!
Mentre Danilo confessava ed io scrivevo è arrivato il Serafin, noto delinquente, ora ritornato in zona. Chiedeva come al solito pantaloni etc. Danilo gli ha dato roba e quello finalmente se ne è andato ma non per molto. Io lo avevo spedito in modo deciso senza farmi impressionare dalle sue minacce e dal suo machete quando era venuto in compagnia di altri due "compari" mentre Danilo era andato a Berberati in febbraio. Ora dice che si è fatto mussulmano nel carcere di Berberati, Serafin, non Danilo! Forse ha capito che i soldi sono da quella parte. Però viene a rompere qui.

In serata vado a S. Joseph per telefonare a Graziano. Mi anticipano per caso Lucio e mia mamma  e poi mi faccio chiamare da Graziano e tribù.

05 luglio 1996 - Un po' di paludismo, non troppo.

"C'è un po' di paludismo*, ma non troppo". Così il responso delle analisi. Al Foyer EFAO acquisto le ultime (spero) cose "inutili" (opinel, cintura etc.), le solite beccate con le Clarisse, 'nibi leke faretto per la vespa con materiale offertomi e un po' pagato di Dante. Il problema (?) è che Mansueto non ha ancora sdoganato la vespa e quindi ancora niente documenti e niente utilizzo se non per giretti inutili o quasi attorno alla Chiesa o poco più oltre. Mi servono però per acquistare sicurezza sulla terra battuta e su buche e salti.

* altro termine per indicare la malaria.

lunedì

04 luglio 1996 - Mi vesto come voglio, o quasi.

E' arrivata la licenza di radio amatore. O meglio: Mansueto me l'ha consegnata anche se era datata 5 aprile. Mancano però apparecchio ricetrasmittente, antenna e casa in cui installarla!

Questa mattina dialogo animato con Danilo su problemi sorti dalla lettura di "Vita consacrata" di ieri sera. Discussione tra le 5.15 e le 5.40, tra una sorsata e l'altra di caffè e anche con la faccia insaponata davanti ai lavandini. Il problema in questione era la scarsità di indicazioni concrete nella vita di Gesù a proposito di forme di vita monastica e contemplativa con tutta la problematica  che ne derivava. Poi le lodi in chiesa hanno interrotto il dibattito improvvisato quanto piacevole e utile.

Ieri sera è venuto il mokonzi Georges con tutta la sua famiglia per vedere la videocassetta della sua nomina del 31 marzo nel quartiere di Herman.
Ero intonato alla sua presenza (lui mussulmano o quasi) con un abbigliamento tutto arabo: tankia (non si legge bene nel testo n.d.r.) e copricapo arabo. Non è che l'avvessi indossato apposta: è che quando mi gira mi vesto come voglio o quasi.

03 luglio 1996 - Venire o andare?

Le macchie nere di questa pagina si spiegano con i miei ripetuti interventi notturni attorno al frigo che batteva in testa. Forse ora funziona. Questa notte ci si è messa anche un po' di febbre (37°) a complicare le cose. Questa mattina sono stato un po' a letto e poi ho preso il Fansidar per evitare complicazioni. In questi giorni scorsi grandi manovre dei vescovi centrafricani qui e a Bouar tra cui il pranzo di venerdì 28 giugno qui a Fatima, documentato dalla videocassetta, e la celebrazione di domenica 30 in cattedrale, altrettanto documentata.

I militari francesi hanno messo in funzione la parabola ed ora si può captare TFI con il nostro televisore. In serata oltre al telegiornale è sempre Tour de France. E' tipico di queste trasmissioni per l'estero, tanto italiane quanto francesi: sport e ancora sport come se l'emigrato fosse interessato solo a programmi sportivi che si svolgono nella madrepatria.

Ha scritto Bertoncini Nello parlandomi dei suoi viaggi in Bosnia e di matrimoni a Fornoli.

E' ricominciata la processione dei "mu nambi" con intensità minore da parte  delle due componenti in questione (per ora). Danilo dice: "Se non venisse questa gente a chiedere, noi non vedremmo nessuno".
A chiedere cosa? dico io. Altro problema: loro che devono venire o noi che dobbiamo andare? E perchè uno dovrebbe venire?
Non è il caso di scomodare don Milani ma, senza voler scimiottare nessuno, certe intuizioni sono valide a tutte le latitudini.

giovedì

26 giugno 1996 - Otto pile e una lampada a petrolio.

Arriva finalmente Danilo. Pomeriggio ore 14.45.
Saluti, qualche chiacchiera, la mamma morta (il 12 giugno), visita ai vescovi e a San Giuseppe.
Cena dalle suore preceduta dai vespri, ragazzini che sono piombati subito, equivoco degli elastici per la fionda, l'abbè Samuel che arriva durante la cena e si ferma a cena.
Quindi Danilo a letto e io mi fermo a vedere le cassette video di Pontremoli e dintorni: funerali di monsignor Fenocchio e don Benzi a Villafranca. Lettere di Bernazzoli, con saluti di Nando. Luisa, Sara, Renata, Chiara e Mattia.

E anche stasera sta avvicinandosi la mezzanotte. Quando cominceranno i lavori a Wantiguera andrò a letto prima senza dubbio. Ma quando cominceranno?
Dal Nord: silenzio! la buona novella però viene sempre dal Sud: vedi Gesù e gli apostoli, vorrà dire che dovremmo arrangiarci con le forze di qui.
Le suore però hanno detto che in settembre il Vescovo andrà in Italia e allora...campa ancora cavallo!
Cercherò di stare alle calacagna di Cirillo se non altro battendo un po' di brousse con lui per non marcire.
Prima però devo sentire monsignor Gianni che in questi giorni però deve ospitare i vescovi centrafricani.
A uno ho chiesto  chi era e da dove veniva: mi ha detto che era monsignor Mathos, il vescovo ausiliario di Bangui (naturalmente in borghese come tutti). Gli ho detto: Pardon! Scusandomi con il dire che erano pochi mesi che ero qui.

Mancano 10 minuti a mezzanotte: vado!
Ancora! Ieri sera ho sistemato la mia pila doppia in modo spero definitivo: è una soluzione, di cui mi sento orgoglioso, con l'aggiunta di una lampada con riflettore da 20W-12V regalatami da Luigi.
Ho fatto il conto e dispongo di ben 7 pile o, meglio, torce. I soliti "mundzu" che hanno tutto e troppo! Dimenticavo: ho anche una lanterna a petrolio come hanno tutti gli africani. Adesso che ci penso ne ho 8! Compresa quella tripla datami da Giovanni Perini.
"Chi ha due torce ne dia una a chi non ne ha...". Non serve darle: probabilmente prima o poi me ruberanno qualcuna e cosi si realizzerà la Parola di Dio!

Vado: è mezzanotte!

22 giugno 1996 - I quattro ex seminaristi

Incontro con i Legionari con padre Carlo. Al termine quattro "balordi" in canonica, accompagnati da Nicola, che volevano parlare con me: chiedere un aiuto di 20.000 franchi. Ho fatto il "duro" invitandoli dopo un po' ad andarsene. Anche loro facevano i "duri". Se ne sono andati con aria sufficiente. Ho chiesto poi a Nicola perchè me li avesse portati e chi erano. Si trattava di ex seminaristi!
Per fortuna che non l'ho saputo prima altrimenti avrei acceso la miccia e allora "on aurait cause" davvero!
Dentro di me avevo una leggera tremarella non sapendo con chi avevo a che fare. Se avessi saputo chi erano la tremarella sarebbe scomparsa subito. Il problema dei seminari, quello che c'è prima, durante e dopo: c'è da "causer" per dei giorni.

24 giugno 1996 - Lettera per Rossano

Ho consegnato a padre Mansueto una lettera per la famiglia Tonino Delucchi di Rossano (Zeri che non comunica, saluti a Gina, Angelo e a tutti, Matteo e Serena scrivete!, la posta qui, ricordo di Rossano, funghi ecc.).

19 giugno 1996 - Posate, stoviglie e sedie...

In cucina sono rimasto con un solo coltello da tavola. Erano tutti nel cassetto, compreso un ottimo apriscatole e probabilmente anche il mio coltello svizzero. Sono tutti spariti. Ho provato a spiegarlo con il fatto che potrebbero essere caduti nella spazzatura gettando via le bucce della frutta ma ormai la cosa non regge più.
Si affacciano i sospetti sugli insospettabili e prendono corpo i vecchi pregiudizi sugli africani che non sono pregiudizi in tanti casi.
Io sono propenso per natura e per conoscenza di me stesso a dare la colpa a me fino a che qualcuno con prove alla mano non mi dimostra il contrario. Ma se tutto quello che mi  è sparito in circostanze dubbie (aggiungo il furto evidente del parabrezza, del faretto della vespa, della coperta del capucin...) devo concludere che i pregiudizi diventano constatazioni di fatto, sempre per qualcuno e non per tutti. C'è da accertare come sempre chi è questo qualcuno.
Don Milani diceva: "Chi non sa amare il povero nei suoi errori non lo ama". Quindi, don Milani o no, se questi africani con le loro carognate credono di scoraggiarmi, probabilmente non mi conoscono ancora bene. Ala ma arve?

Proprio ora sono venuti alcuni a nome dei coristi a chiedermi di portare fuori le sedie per un concerto non so dove. Ho detto loro un  no secco perchè nel passato sono sparite sedie e panche in quantità e perchè proprio questa mattina Jacques, il capocatechista, mi è venuto a dire che sono state rubate nelle scorse settimane tute le posate e i piatti della Maeson de jeunes, comprese tre lamiere sopra i fornelli! Non si sa con precisione l'epoca: certamente dopo l'ultima festa degli scouts! La sentinella Jenefè come al solito fa la guardia nella sua stanzetta della canonica, dormendo tutta la notte. Può darsi che la maeson de jeunes non sia una sua competenza. Ma allora cosa guarda? A cosa fa la guardia? Se poi penso al locale in cui erano custodite (?) le posate ecc. an anche un cieco e zoppo avrebbe potuto fare i propri comodi indisturbato armato solo di un martello.

Questa parrocchia ha bisogno di  grossi interventi sulle persone e sulle cose, dentro e fuori, preti e laici compresi (tra i quali ci sono anch'io). Altro che bombous, biscuit, pantalons, sardines, savon...! Per fortuna che stamattina Jenefè, la sentinella, mi ha portato a far vedere la stoffa per fare le divise delle donne della Legion...adesso possiamo stare tranquilli!

Sono andato alla Maeson de jeunes e là stavan caricando in un furgone le famose sedie come se niente fosse nonostante fossi stato fin troppo chiaro con i ragazzi che erano venuti. Le ho fatte scaricare tutte spiegando le ragioni con un buon francese, quello di quando sono arrabbiato! Hanno eseguito l'ordine.
La questione era soprattutto di principio.
Venendo via ho detto che se qualcuno voleva poteva venire a casa a chiedermi il permesso di prendere le sedie. Glielo avrei dato dopo che qualcuno si fosse preso la responsabilità e controllato il tutto prima, durante e dopo l'utilizzazione. Anche se sono sempre dell'avviso che le attrezzature della Parrocchia devono restare in casa e non andare a zonzo al servizio della corale o di altri. Tra le cose dette c'erano anche dei ripetuti je m'en fous del choral, du president, des abbes...e de moi meme aussi!

mercoledì

18 giugno 1996 - L'abbè Samuel e il pranzo vescovile

Sto per andare dalle suore a mangiare, avendo queste invitato le Oblate di San Giuseppe. Questa mattina pulizie e sistemazioni varie in attesa di Danilo che dovrebbe arrivare domani sera, mercoledì 19 giugno con Padre Marco. Questa forse è la volta buona dopo 3 mesi e mezzo di permanenza in Italia in parte dovuti anche agli ostacoli della guerriglia di Bangui di fine maggio.
Riprenderò più tardi.

Pranzo, chiacchiere, dormitina, preparazione breve commento al Vangelo per l'adorazione.
In serata arriva l'Abbè Samuel per chiedere un aiuto finanziario, un prestito per lavori alla sua casa di Bocaranga che fa acqua. Gli dò 15.000 franchi.
Si interessa al fatto che sto scrivendo una canzone in sango di cui gli leggo le prime due strofe. Me ne improvvisa una anche lui sul testo di Gv, 2 (Nicodemo) e la registro quando la canticchia. Mi ha detto che poi farà altre strofe.
Il Vescovo gli ha proposto un anno in Italia presso qualche prete. Per ora Samuel non sa ancora ne' chi, ne' dove. Quando ha saputo che mercoledì sera arriva Danilo ha detto che lo aspettava per un altro "prelievo". Speriamo che me li renda come ha fatto tre mesi fa con i 5000 che gli avevo dato. E, se no, "bonjour salut!".

Gli ho detto che il Centrafrica ha bisogno di abbè africani, che tengano duro nel loro ministero (e non...in altre cose, aggiungo qui). Vedere un abbè senza soldi è come vedere un gallo spiumato. Vale solo per gli abbè africani...? Mo gwenzoni, abbè Samuel! Nzapa a bata mo!

Domenica scorsa, 16 guiugno, il Vescovo ha celebrato la Messa delle 8.30 in occasione dell'infanzia missionaria promossa dai gruppi di Aita Kwe di Fatima e di San Joseph. Poi si è fermato qui e ha mangiato con noi.
Nel pomeriggio  di detta domenica visione di qualche mia videocassetta e di "Marcellino, pane e vino" con un gruppo di ragazzi.

In serata, sempre di domenica 16, sono venuti Luigi e Danilo Rossini per filmare il teatro popolare nella Maison de Jeunnes ma non c'era gente. Hanno filmato solo una scenetta fatta apposta per loro e si sono messi d'accordo, su mio e loro suggerimento, di trovarsi domenica prossima a Kella nel villaggio per filmare lo spettacolo tra le case del villaggio.
Hanno cenato qui con gli avanzi del pranzo...vescovile.
La scenetta filmata però alla fine non è rimasta registrata, la cassetta era diffettosa: una delusione per Luigi e per la sua professionalità! Per fortuna la telecamera non aveva colpa, la mia invece non ha mai perso un colpo.

11 giugno 1996 - Il predicatore ambulante

Nic ciekawego! Direbbero i polacchi, niente di importante.
In mezz'ora ho scritto due pagine di mini omelia per l'adorazione della figura del santo di oggi, San Barnaba. Nella seconda metà ho parlato dell'incontro con quel predicatore ambulante zairese che ieri sera è venuto alla mia porta e che già avevo incontrato a San Giuseppe. Ha ripreso con i suoi soliti discorsi, io gli ho dato un po' corda, un po' l'ho contestato, poi l'ho invitato ai vespri con i seminaristi quindi altri discorsi fino a che Joseph, la sentinella, che già lo aveva tenuto sotto controllo prima quando entrava e usciva dalla chiesa lo ha messo alle strette chiedendogli la carta di Battesimo che lui non aveva. Lo ha messo alla porta anche se pioveva.
Io seguivo la loro conversazione alquanto tesa cercando di captare qualche espressione francese.
Si tratta dei soliti esaltati che si autoproclamano messaggeri di Dio o "berger" come diceva questo e danno vita alle cosiddette "chiese apostoliche locali". Questo però non sembrava neanche troppo furbo.

Sempre ieri sono andato con Ludovik a filmare i lavori nei campi verso Kella. Lì c'era Anatole, un consigliere della Parrocchia già avvisato da Ludovik, con tutta la famiglia più un bracciante. Sono stati gentili e hanno collaborato benissimo. Ho dato loro 1000 franchi e 500 a Ludovik. Ho filmato anche la strada del ritorno con le sue buche, dal mercato di Herman fino a casa. Dovrò fare un po' di post-produzione cercando di ampliare i commenti fatti durante le riprese.

Ieri sera lettura della "Vita consacrata" con le suore, visione della videocassetta del giorno e lettura del Corriere Apuano che riportava parte della mia lettera (a puntate).

martedì

09 giugno 1996/2 - Silenzio, orsi, elefanti e preti

Sono qui davanti al quaderno alle 23 sempre  del 9 giugno, domenica sera. Avrei voglia di fare dei bilanci parziali di questo mio essere qui, ma se attacco a scrivere finisco domani.

Oggi ho dormito circa un'ora, ho fatto una lunga camminata nel corso per il funerale, in parte a passo svelto per raggiungere il corteo già partito e quindi ho un po' di sonno. Ho fatto qualche pipata con il batali bata africano, due dispetti alla gatta che ora è sparita.
Ripenso molto a problemi diocesani di Massa Carrara e Pontremoli e continuo a non capire come, come concordavamo oggi con Suor Silvia, certi silenzi: lei sul versante delle suore diocesane comprese le sue ed io su quello dei preti, delle suore, dei catechisti e loro gruppi. Non parliamo poi di associazioni o movimenti. Sette mesi di silenzio assoluto tranne alcuni gruppi di catechismo fivizzanese dove io sono stato parroco.
Continuo a non capire e ad aspettare segnali in senso contrario, o meglio, ad aspettare solo segnali e basta, magari: "Ma vai affanculo te e l'Africa!". Ma non arriva niente.

A questo aggiungiamo la scomparsa dalla scena presbiterale di don Paolo Tempella che, a questo punto, devo dire che non si è mai affacciato sulla scena africana tranne che per quel suo viaggio a Bouar e quella mezza idea di venire qui rivelatasi poi fasulla fin dalla mia partenza o prima ancora.

Mi sento parzialmente consolato pensando all'episodio evangelico del figlio che dice "non ci vado" e poi ci va. La stessa cosa è successa a me a proposito dell'andare in missione. Andare non è ancora tutto però adesso sono qui e quando si è in ballo bisogna ballare ed io cercherò di ballare, magari il ballo dell'orso o, meglio, dell'elefante, giacchè qui di orsi non ce ne sono.
Gli orsi sono piuttosto al nord e stanno ben rintanati e si chiamano soprattutto "preti". Amen!
Vado a letto.

Dimenticavo a proposito di associazioni: Luigi Mori e il suo Serra Club. Mi ha scritto e gli ho risposto.
E' l'unico segnale ricevuto fin'ora.

venerdì

09 giugno 1996 - Emanuel

Prima di scordarmi annoterò i nomi di quelli cui ho spedito una lettera tramite Suor Teresina che è partita da qui il 4 giugno. Sono: Luigino Mori, Romano Razzini, Comunità di Moncigoli, Comunità di Posara, Alberto e Rosalba e gli altri, Luigi Bertocchi. Ho mandato ad Alberto* anche una videocassetta con un po' di Gombu (bambini del catechismo, conversazione mia in primo piano sugli ultimi avvenimenti ovvero battesimi, cresime, colpo di stato, esortazione al clero diocesano etc.).

Oggi festa del Corpus Domini con processione e messa. Nell'omelia spunto dal Giovedì Santo, Eucarestia centro di unità e riconciliazione per singoli, famiglie, comunità e vita politica. Invito al nuovo governo a ritrovarsi attorno al Sacramento per imparare il servizio, l'unità. L' esempio di don Milani inserito nei rapporti della famiglia e della parrocchia.

Pomeriggio funerale di Emanuel al quale ieri sera avevo portato l'unzione degli infermi. Alle 24 è morto. Venendo via da lui l'ho salutato con un "Mo duti nzoni, balu mo, bonne dimanche". Mi ha risposto con un fil di voce: "Merci, abbè"! Tutta la famiglia riunita con il catechista Noel e me nella preghiera. Gli avevo dato il battesimo neanche due settimane fa. Era molto sofferente e malandato. Mi sono venuti a chiamare per il funerale all'1.45 ma io non ho sentito. Sono però uscito da solo alle 14.05. Ho incontrato delle donne che erano in ritardo come me e abbiamo raggiunto il corteo che era già partito. Ci siamo accodati a metà strada e ho dato l'ultima benedizione al cimitero. Il resto prima l'aveva fatto il catechista.

Quando si attraversano i quartieri è un continuo salutare, soprattutto i bambini: "Adriano!", "Adriano!" Peccato per il solito problema della lingua che mi blocca dal buttarmi in mezzo alla gente e ai ragazzi. Forse, anzi senza forse, è proprio il caso di farlo appunto per la lingua.

Ieri sera dopo ripetuti interventi di Luigi ha ricominciato a funzionare perfettamente il videoregistratore.

Sempre oggi 9 giugno ho consegnato altre lettere a Felice e Massimiliano che partono per l'Italia, sono indirizzate al Centro di socializzazione di Fivizzano, a Bertocchi Gemma** con cenni di saluto a don Igino e a Edda e famiglia.

* Alberto Filippi, uno dei fratelli
** la mamma

31 maggio 1996 - Nottata movimentata

Nottata movimentata. Quel balordo di Joseph, la sentinella (?) era sparito (l'altra sentinella diceva che era andato dalla figlia),
Fino all'una o quasi ho letto "Nigrizia", poi a dormire, poi in piedi dei rumori, poi su, poi giù e giù e su. Alle 4 ho visto Joseph al suo posto di guardia cioè sulla branda a dormire. Ho dato un colpo alla porta ma non è successo niente. O cambia o lo cambio!
Per fortuna questa mattina la messa non c'è essendo al pomeriggio per la festa della Visitazione.
La sentinella del garage, invece (per fortuna)..."dormiva" fuori accanto al focherello.
E' vero che la paga (circa 20.000 FR) non è astronomica, ma è quella sindacale. C'è gente che per la stessa paga lavora una giornata come manovale, muratore, cuoco, tuttofare. In Italia per la stessa paga uno non si metterebbe neanche la tuta.

Il mercato in città ha ripreso in pieno, la benzina è ritornata, le macchine viaggiano, qualche pazzo, anzi parecchi. Aumentano!
A Bangui si cerca di trovare una formula per un governo di ampia partecipazione. L'opposizione vuole il primo ministro. Tutti poi vorranno mettere le mani sulla "cassa" dove arrivano le entrate del "munambismo" nei confronti dell'estero.

30 maggio 1996 - Considerazioni...

Il videoregistratore continua a non funzionare: la cassetta rimane dentro.
Lettura di 3 capitoli di "Vita consacrata" con le suore insieme a considerazioni sull'accorpamento di congregazioni - doppioni e vivacchianti o morenti.

lunedì

29 maggio 1996 - Le Clarisse e una veglia eccentrica...

Ieri hanno rubato nella stanzetta del corridoio la coperta che avevo dato a sera prima al  Capucin per ripararsi dal freddo della notte. Era la coperta in dotazione alla mia camera. La colpa è di quello stronzo di sentinella che va a spasso lasciando la porta del corridoio aperta.
Questa mattina predica a lui e a Pierre, il cuciniere, a proposito di porte, di chiavi, di sorveglianza della casa. Si tratta, è vero, della sentinella del garage ma siccome staziona sempre davanti ala mia porta un'occhiata non fa male! Oltre a il fatto che ha l'incarico di controllare anche qui.

Avvenimenti degli scorsi giorni: battesimi e comunioni domenica di Pentecoste, una novantina di battesimi, 27 le Prime comunioni. Medaglie ai ragazzi del primo anno di catechismo, 139. Mi hanno dato una  mano per confessioni e messa padre Carlo e padre Francis

Il coprifuoco è continuato per tutta la settimana e a partire da lunedì le cose stanno ritornando alla normalità: a Bangui si sta trattando e i militari sono rientrati nelle caserme non senza aver sequestrato una vettura della missione di Bocaranga oltre a quella di padre Valentin qui a La Yolè.

Domenica a pranzo c'erano padre Carlo, Dante e le suore. Sabato sera, 25, veglia della parrocchia in preparazione della Pentecoste. L'ho voluta io questa veglia per avere un momento unitario tra tutti i movimenti della parrocchia che volentieri vanno ognuno per conto suo.

Martedì 21 quindi incontri di preparazione con i responsabili dei movimenti e sabato veglia con una partecipazione non eccessiva dato il coprifuoco che scoraggiava i lontani dalla Chiesa. I movimenti che sono intervenuti alla preparazione sono stati: Carismatici, Legion, catechisti, padre Villen. Si è riflettuto su cinque temi legati all'azione dello Spirito: verità, riconciliazione, carismi, consolazione, unità. Interventi molto lunghi di ciascuno tranne il mio contenuto entro 6-7 minuti (strano!) I Carismatici avevano anche loro la loro veglia notturna dedicata al loro...Santo e dopo qualche contrarietà iniziale hanno collaborato partecipando a parte dell'una e naturalmente all'altra. Per  suor Pascale questa veglia si trattava di una "eccentricità". Povera suor Pascale, simpatica ma anche vecchia nel cervello e legnosa nel capire quello che non rientra nei suoi schemi. Comunque è venuta anche lei.
...
Ho parlato or ora con Pierre e la sentinella: asch! ah! eh! ahi! ma la coperta non è tornata. Ordini severi su chiavi, porte e movimenti di gente. Magari la prossima volta rubano il campanile...o il prete!

Mi ha detto Dante che Luigi ha riparato ieri sera il videoregistratore. Qualche piccola responsabilità nel guasto ce l'ho anch'io, sempre però per cercare anch'io di farlo funzionare. A questo punto c'è il rischio di perdere del tempo davanti al televisore magari per vedere e rivedere la mia produzione...artistica. Servirà comunque per fare dei montaggi con la telecamera.

Ieri martedì 28 sono stato dal Vescovo per concordare le Cresime. Abbiamo parlato di politica centro africana, dei recenti avvenimenti,  del tentato colpo di stato dei militari o, meglio, di una parte di loro, della posizione equivoca di Jaques, capocatechista, con la sua vendita abusiva di medicinali ecc. ecc.

Quando vado dalle Clarisse, come ieri per ostie o altro, continuo a far loro prediche sul loro modo, a mio avviso, ottuso di intendere e di praticare la clausura. Povertà per loro è anche dipendere dagli altri per tante piccole necessità che richiedono viaggi all'esterno. Per me la loro è una elegante forma di sfruttamento della disponibilità degli altri per farsi sentire. Ma come ho detto loro, le mie osservazioni hanno lo stesso effetto che lavar la testa all'asino e quindi ci rinuncio d'ora in poi. Le metterò nello stesso mucchio dove ho già messo quelle di Aulla e le suore missionarie di Maria di Zamperini, con molti punti più a vantaggio di queste di Bouar che se non altro (c'è anche dell'altro) hanno più senso dell'umorismo e meno fondatori viventi, anzi nessuno!

Qualcosa si sta muovendo nel sango, anche in quello parlato: una certa facilità nel comporre omelie scritte, preghiere dei fedeli parlate e interventi o esortazioni occasionali nella Messa, specie se c'è da fare qualche osservazione o critica.
E' sempre lo stesso problema: quando sono un po' arrabbiato parlo meglio sia il francese, sia il sango. Devo avercela con qualcuno per cavarmela meglio. Originale, no?
Stop.

21 maggio 1996 - Uno sparo nella notte...

Ore 22.10: uno sparo nella notte. Sono i militari centrafricani che continuano la loro protesta contro il governo Patassè. Hanno cominciato a sparare in aria ieri pomeriggio, svegliandomi, e continueranno domani. Non si può andare in centro ne' viaggiare per le strade centrali. Resto qui a Fatima.

Oggi il cuciniere non è venuto. Abbiamo fatto pranzo e cena comune con le suore.
Pomeriggio riunione dei rappresentanti dei movimenti parrocchiali per preparare la veglia di Pentecoste, mattino visione della cassetta con le ragazze di Gombu.
Ore 17 adorazione eucaristica. Pomeriggio esami dei ragazzi di del catechismo.

Suor Pascale dice che la situazione a  Bangui è sempre più preoccupante. I civili francesi stanno andandosene. La cosa assume carattere sempre più politico, non sembra più solo una questione di paga ai militari. I militari di Bouar si associano e sparano colpi in aria per ora. le strade del centro sono deserte e di notte coprifuoco.

Ognuno ha i suoi problemi: a me la scorsa notte hanno fregato faretto supplementare della Vespa, parabrezza della Suzuki, coltello multiuso svizzero (perduto?). Il danno più grave è il parabrezza che ho sostituito ma richiederà almeno 150.000 FR Cfa. Del coltello mi dispiace, del faretto posso fare senza. Non avevo ancora subito furti. Ora la vettura è sempre in garage. Ci voleva questa lezione. Un ragazzetto che ho scoperto a guardare sotto la Suzuki qualche giorno prima dovrebbe saperne qualcosa.
Unica consolazione: l'aver ritrovato dentro la tasca di una giacca  impermeabile arrivata con l'ultimo container una carta dell'autostrada per la moto che avevo perduto in Italia. Dovrebbe valere ancora attorno alle 50.000 lire.

Farò ancora qualche arpeggio di chitarra e poi a nanna...
Fade mbi gwe ti lango.
Mo lango nzoni: abbè Adriano!
Dimenticavo: compieta.
Mo nga, mo lango nzoni. Be - Africa! Fade, nbi sambela na mo.

25 marzo 1996 - ...

Morte di Rita

24 marzo 1996 - ...

Battesimo di Rita.
Una messa sola per poter andare a San Giuseppe. Durante la messa predica in sango fatta da me e corretta da Bernard.

05 marzo 1996 - Adorazione

Adorazione. Me la cavo con silenzi, letture e qualche breve frase. Il resto lo fanno quelli di Santa Rita. faccio leggere, dopo mia introduzione, il primo capitolo di "Mbi' yekezo" di un vescovo zairese.

03 marzo 1996 - Vita da parroco

Da lunedì 4, dopo la partenza di Danilo, comincia la mia vita da parroco.

I soliti problemi della spesa, del mangiare etc. 
E comincia anche il raffreddore. Ce ne voleva almeno uno anche in Africa.

24 febbraio 1996 - Due teppisti

Giornata movimentata soprattutto nel pomeriggio sera.
Danilo è partito per Berberati per un incontro di Focolarini e rientrerà lunedì.
A mezzogiorno sono invitato dalle suore per il compleanno di suor Nazarena che è ammalata di infezioni.
Nel pomeriggio arriva gente per le confessioni, 12-15 persone: a tutti dico di non fare caso al mio sango e tutti dimostrano di capire. Le assoluzioni comunque sono più che valide!

All'imbrunire arrivano due balordi: i soliti teppisti o evasi o delinquenti o non so che altro abituati a chiedere roba. Io tengo duro e discuto senza farmi impressionare. Uno di loro, il duro, si scalda quando dico di rivolgersi a Patasse'* e mi accusa di fare "politique". L'altro continua  a fare il semiserio. Vedendo che non cedo se ne vanno lentamente minacciandomi e parlando di rompermi la macchina...e si dileguano nell'oscurità continuando a minacciare e roteando anche un machete. Io continuo a fissarli diritto senza batter ciglio. Le sentinelle stanno a guardare la scena.
Rientro in casa con qualche preoccupazione per la notte.
Non dimentico di mettere sotto carica tutte le batterie per questa serata di sabato con 5-6 ore di corrente.

Cena a base di latte, il gatto si arrangerà.

Ho trovato in uno scaffale polveroso due grosse lenti di un condensatore non so se per proiezione o per ingranditore. Ritornano le nostalgie fotografiche  della camera oscura.

Dopo le 16 improvviso rialzo della temperatura: 37.3° fino a circa 38° verso le 19 poi 37° alle 22. Prendo le solite due pastiglie.



*Ange-Félix Patassé presidente della Repubblica Centrafricana dal 1993 al 2003

23 febbraio 1996 - Trasloco a Fatima

Non mi ricordo il giorno ma dopo i primi di febbraio il Vescovo mi chiama e mi propone di trasferirmi a Fatima, anche per sostituire don Danilo che rientra in Italia per marzo-aprile. Dopo il 4 comincio qualche trasloco e la sistemazione della camera di Fatima che prima era un ripostiglio. Domenica pomeriggio 11 febbraio trasloco completo, le suore avevano già preparato la zanzariera. Dormo bene e il giorno dopo mi alzo per le lodi e per la Messa come sempre.

30 gennaio 1996 - Tutto s'acqueta

Mi sveglio alle 6.30 poi mi riaddormento fino alle 9. Una buona dormita dalle 23 in poi.
Alle 9 la febbre è scesa a 36.3°. Nzoni!
Continuo la cura di Quinimax.
C'è in serata un ritorno ai 37° poi tutto "s'acqueta".

29 gennaio 1996 - Malaria e bricolage

Ore 16: Ahia! Sento caldo...
Ore 16.30: 37.3°
Ore 18.30: 38.7°

Prima mossa: un pisolino e poi preparo un quaderno semi-rigato per annotarvi i diagrammi della febbre.
Dopo cena bordata di Quinimax* e poi vediamo. Quattro compresse dopo cena e alle 21 il termometro segna ancora 39°. Un po' di sudore, un po' di debolezza ma non troppa.
Finchè la va acsì, l'an va mia male... 
Leggo, scrivo (come si vede), ascolto un po' di musica e già che ho dormito oggi, vediamo di fare qualche lavoretto per collegare il sonoro della telecamera al mini-registratore. Farò solo la saldatura tra tra filo e spinotti e la prova la faremo domani, se sarò ancora vivo!

Ore 22.30: finito di fare il cavetto, ora bevo, poi compieta e poi a letto (letto disegnato nel testo n.d.r.). La febbre è a 38.1°: effetto immediato del Quinimax o effetto del mio bricolage durante il quale non avevo più tempo di pensare alla febbre.


* Il Quinimax è un farmcao anti-malaria a base di chinino.

28 gennaio 1996 - Domenica a Fatima

Messa celebrata a Fatima alle 8.30. Don Danilo mi assiste. Dico due parole per spiegare che l'omelia la farà lui. Vangelo delle Beatitudini. Canto del credo gregoriano, canto del prefazio gregoriano.

26 gennaio 1996 - Viva la gente

A Gombu: canti e giochi con ragazzi e ragazze. Finito di insegnare "Viva la gente". Foto per finire il rullino.

E' arrivato il container e con lui il baule!

25 gennaio 1996 - 2000 persone

Celebrazione pubblica per l'unità dei cristiani in cattedrale con la presenza di altre confessioni religiose: tra le 1500 e le 2000 persone.

23 gennaio 1996 - Nessuno ha detto bao

Messa a Sant'Antonio con la solita mini-omelia da parte mia. Tema: chi sono mia madre e i mie fratelli? Nessuno ha detto: bao!

20 gennaio 1996 - Cappelli arabi

Giro con Bernard fra i mercati del centro per cercare, tra l'altro, due cappelli arabi. Umberto ha un malore alla Yolè sul lavoro.

mercoledì

18 gennaio 1996 - C'è posta

Arriva un sacco di posta: ce n'è per tutti. Le Suore del Lieto Messaggio ed io abbiamo avuto la nostra parte abbondante. Compresi per me due numeri del Corriere Apuano.
Alle 15 preghiera ecumenica con i luterani nella loro chiesa...mi sono scordato, tanto per cambiare! Mi rifarò giovedi prossimo in cattedrale!

domenica

16 gennaio 1996 - La prima messa in sango

Il diario non ha avuto lunga vita o, perlomeno, non è stato continuo. Siamo al 16 gennaio 1996: è passato novembre, l'Avvento, il Natale, l'anno nuovo, l'Epifania ecc. Nessuna notizia sul diario. E' vero che uno potrebbe difendersi sostenendo che è più importante fare la storia che scriverla, ma si tratterebbe sempre di una scusa. 
Riprendiamo quindi con le notizie di oggi: prima uscita per celebrare una messa in quartiere. Si trattava della chiesa di Sant'Antonio da Padova insieme a don Danilo. Ho fatto da celebrate principale al lume di una candela prima e poi dell'alba che portava un po' di luce. E, udite udite, ho fatto la mia prima omelia in sango. Pochi minuti, con all'inizio una mia captatio benevolentiae a proposito della lingua. Ho buttato giù il testo ieri con correzioni e aggiunte successive di Bernard e via così. C'erano circa 25 persone. Prima della Messa colazione da don Danilo e dopo colazione dalle suore.
Capirete, dopo un cotanto sforzo...

martedì

8 novembre 1995 - Visite da Modena

Come era prevedibile il diario rallenta e scompare per giorni e giorni.
Riassumendo: il giorno dei morti messa e uscita la cimitero davanti alla Cattedrale. Il giorno dei Santi alla Yolè per pranzo e visita la seminario dei Capuccini con rosario nel piccolo cimitero* insieme agli studenti.
Sabato e domenica con il Vescovo a Bohaung per inaugurazione del campanile, il tutto documentato nella videocassetta che ho girato. Arriva monsignor Govi con alcuni di Modena: gli chiedo se monsignor Govi rientrerà in Italia e lui mi risponde: monsignor Govi sono io! Non l'avevo riconosciuto con il berretto e gli occhiali. Una delle mie tante figure di merda...
Dopo cena di chiacchiere con Govi, Gianni** e gli altri con previsioni sul futuro Vescovo di Modena che ne è senza. Telefonano Graziano, Renata e Mattia dandomi il numero di Lucio.


*nel Cimitero de La Yolè verra sepolto don Adriano.
**  Monsignor Armando Gianni, originario di Fivizzano (MS), è Vescovo di Bouar.

lunedì

30 ottobre 1995 - Incontro con i giovani

La febbre scompare. Nel pomeriggio vado in un villaggio oltre Maigarò con Cirillo ad un incontro con i giovani nella chiesa del villaggio. Rientriamo facendo acquisto di legna. Salto dalle suore di Gemona e rientro a casa.
Dopo cena un po' di fisarmonica e di canti.
Non perdo occasione per scambiare qualche battuta in polacco con Pioth e di sango con gli altri.

29 ottobre 1995 - Febbre

Ricomincio ad andare in brousse con Cirillo. Studio sango e tiro avanti la giornata con la febbre* che cresce e un po' di debolezza.

* Si tratterà del primo attacco di malaria.

28 ottobre 1995 - Come andare al Louvre...

Sono andato con Cirillo a trovare le Clarisse che non avevo ancora non avevo visto. Si è parlato di tutto: della loro storia e della mia, di quella delle Clarisse di Aulla. Un incontro cordiale e rumoroso da parte mia. Mi sono scordato, tra tante chiacchiere, di chiedere di pregare un attimo con loro.
E' come andare al Louvre e tenere gli occhi chiusi. Rimedieremo la prossima volta.
Nella nottata dissenteria e febbre crescente. Il mattino resto a letto.
Faccio colazione alle 7.30 e partecipo alla Messa delle 8.30 per non rischiare fughe improvvise...da celebrante.
Un po' di commozione all'inizio della celebrazione all'attacco della corale. Impressioni varie, qualcosa di nuovo, qualcosa di dejavu.
Il sango è sempre una barriera.
Pomeriggio con sempre un po' di febbre che nella nottata arriva a 38°.
Salto la cena e dormo dalle 18 alla 7 del mattino.

27 ottobre 1995 - Letture in sango

Riprendo verso le 18 del 27 ottobre. Ormai conosco la cucina del Convento, ottima e abbondante, qualcosa della città e dei dintorni, volti, accenti etc.
Ieri ispezione a Maigarò e a tutto il complesso della scuola tecnica a San Laurent e alla scuola teologica, alla casa di un catechista di Maigarò con padre Maximilien.
Oggi mi ha portato in giro padre Cirillo: centro città e Fatima dalle suore che ci hanno invitato a cena per questa sera essendo, tra l'altro, il compleanno di suor Elisa.
Nel pomeriggio e anche in mattinata mi sono procurato libri in sango e ho letto facendo la traduzione mentale un po' in camera, un po' sulla veranda dove passavano italiani, francesi, polacchi, vescovi, laici, preti e frati.
In mattinata sono stato anche con Cirillo alla radio.
Dimenticavo: ieri sera sono arrivate le valigie, finalmente!
Ora mi sta chiamando Cirillo per andare a cena dalle Suore del Lieto Messaggio.
Mbi guè ti te kobè, hio hio!

24 ottobre 1995 - Deo gratias

Sono le 21.45 a Bouar. Sono in camera presso il Convento dei Capuccini. Sto per andare a dormire dopo aver sistemato le mie cose, o meglio, quella parte che non si trova nella valigia che è ancora in viaggio per Bouar.
Non avrò tempo questa sera di scrivere il diario di viaggio da Parigi a Bouar perchè tra poco toglieranno la luce.
Mi limito per ora ad un "Deo gratias!" per tutto quello che è successo fin'ora, compresi gli inconvenienti che hanno un po' movimentato le due ultime giornate. Termino qui.
A domani.

22 ottobre 1995 - Partenza

Ore 8.15: partenza dal casello di Pontremoli dove attendeva Giovanni Perini dopo aver caricato Dante* ad Aulla alle 7.30 e fatto gasolio a San Benedetto.

Ore 10: uscita a Piacenza per una visita alla vecchia parrocchia di don Giovanni, Dante acquista formaggio e ripartenza per Linate. Operazioni di parcheggio, carico e sopracarico con la scusa dei "salami". La valigia si attestava su oltre 30 kg! La tensione e le preoccupazioni finiscono e si mangia tranquilli. Pranzo al self service buono e abbondante quindi saluti e abbracci. Acquisto stecche sigarette e pellicole.

Ricerca imbarco con qualche difficoltà poi chiamano Filippi e Quadrelli all'altoparlante invitandoci a salire: corsa, telefonata dell'addetto all'aereo in partenza e si salta sul pullmino che porta ai piedi della scaletta. Sistemazione nostra e dei bagagli: c'era posto da vendere! Altro respiro! L'aereo però non parte: ci dicono che ci sono problemi all'impianto radio della torre di controllo.
Un'ora e un quarto di attesa poi...allacciare le cinture. Sto spesso in incollato all'oblò e recito ripetutamente il salmo 8 nella fase di decollo.
Cielo sereno, foschia lontana. Alla mia destra un po' sotto c'è l'ala dell'aereo e sotto il paesaggio, tanti monti,, neve, ghiacciai, prati, boschi, terre coltivate ed insediamenti umani. Le ombre disegnano in maniera insolita i profili insoliti dei monti sottostanti: le ombre della sera. Quindi si scende su Parigi.

Clima euforico, danno alla borsa superpesante di Dante, sostituzione con una mia di riserva. Il mio zaino pesa sempre di più nonostante sia alleggerito di salami, parmigiano, lampada, paleria della tenda: un peso come fosse piombo (e in effetti c'era nelle batterie all'interno...). Scrocchiamo un accendino a testa alla Philip Morris e cerchiamo informazioni sull'Air Afrique. Decidiamo di prendere un taxi per l'albergo che risulta essere piuttosto lontano. Durante il viaggio si chiacchiera di problemi internazionali con il taxista che ho trovato molto acuto e poco tenero con i guardiani del vapore.
Sistemazione e uscita per una cena e acquisto di h2o e uva.

Ore 21.25: Difficoltà nel ritrovare la strada dell'albergo distratti come eravamo dalla Parigi notturna.

* Dante Quadrelli è un volontario partito per la Repubblica Centrafricana insieme a don Adriano.